Ok

En poursuivant votre navigation sur ce site, vous acceptez l'utilisation de cookies. Ces derniers assurent le bon fonctionnement de nos services. En savoir plus.

Exposition - Page 7

  • Retro Boz

    Imprimer

    image.png

    A cura di Gianluca Marziani + Dominique Stella

    Mostra promossa dall’Association Julien Friedler pour l'Art Contemporain Spirit of Boz.

    in collaborazione con Fondazione Mudima

     

    Julien Friedler (Bruxelles,1950) è una figura singolare nel panorama dell’arte contemporanea. Il passato letterario, la formazione come psicanalista, l’amore per la filosofia, la scrittura di diverse opere erudite, nonché il suo gusto per i viaggi e per l'incontro con realtà spesso lontane hanno edificato la base di un pensiero labirintico che vede nelle arti visive un’emblematica ipotesi realizzativa. Dipinti, sculture e installazioni sono i portavoce di un immaginario ricolmo e costituiscono i segni visibili di una verità mitica che l'autore sviluppa attraverso tematiche dal taglio personalissimo.

    L’artista belga si fa portatore di una visione umanista, delineata tramite le opere ma anche con un'attività di condivisione che porta avanti attraverso Spirit of Boz, associazione nata per instaurare - praticando l'espressione orale, letteraria, pittorica e creativa in generale - scambi e legami germinativi, costituendo così una comunità di pensieri e testimonianze su realtà individuali e collettive, provenienti da svariati luoghi del mondo. Tale realtà esprime l’urgenza di riconciliare azione e contemplazione, nell'intento di promuovere un pensiero umanista e catartico. Il suo universo, in evoluzione permanente, comporta sfaccettature contrapposte, le une d'ispirazione collettiva, le altre di meditazione individuale. È a quest’ultimo aspetto che appartengono tanto la produzione pittorica quanto le installazioni intitolate Schnarks.

    RETRO BOZ esplora la complessità dell’autore: oltre 150 opere per viaggiare dal 1998, anno dei lavori d’esordio, al 2016. Dipinti, sculture, installazioni, personaggi fantasmagorici dal carattere onirico e primitivo, un caleidoscopio espressivo che ricrea l'atmosfera del suo atelier belga, gigantesco laboratorio al cui centro campeggia la spettacolare installazione Les Innocents (2000), perfettamente ricostruita a Palazzo Collicola Arti Visive. Nella retrospettiva non mancano i suoi personaggi ironici, i cosiddetti Schnarks, che accompagnano una ricca produzione pittorica. Per finire alcuni video che ripercorrono le esperienze di arte sociale, condotte da Friedler con il programma Spirit of Boz.

    L’arte di Friedler mette in moto sensazioni, piani relazionali, temi analitici, ed è concepita come azione inclusiva di tutte le espressioni vitali, derivino esse dalla propria esperienza o da quella altrui. La sua azione, di conseguenza, riveste molteplici aspetti e abbraccia vari campi, dalla letteratura alla filosofia, dall'analisi sociologica alle arti plastiche (pittura, scultura). Il suo linguaggio comporta una produzione pittorica generata dalla necessità creatrice, dal desiderio di trasmissione spontanea e viscerale, derivante dal tentativo di scoprire ciò che costituisce l'essenza passionale delle persone. Friedler procede secondo modalità quasi ipnotiche, senza vincolo di soggetti, di materiali messi in opera, definendo così un ritmo, un modo d’espressione informale. La sua energia in espansione deriva dalla capacità di dissociazione e introspezione che applica a se stesso prima di interessarsi all’esterno, scoprendo nell'altro le motivazioni più intime. Un viaggio per esplorare l'animo umano nella sua complessità atavica e universale.

    Il suo lavoro si cristallizza anche in una dimensione più concettuale, generata da un altro volto del contemplatore, impersonato dall'alter ego di Friedler: Jack Balance, presente nell’installazione "Les Innocents". Vicina ai codici del movimento Fluxus, questa parte rappresenta un tentativo di fusione tra diverse forme espressive. L'arte come supporto di scambio e comunicazione, che corrisponde più a un atteggiamento verso la vita, a un tentativo di abolire le frontiere che separano quest'ultima dall'ambito della creazione artistica. Non vi è più oggetto privilegiato, sacralizzato dalla denominazione "arte", ma una base comune di scambio che si traduce in proposte, gesti e azioni dal tono collettivo e dai risultati aperti. Seguendo la natura filosofica di quest’approccio, Friedler ha concepito l’installazione La Forêt des Âmes (La Foresta delle anime), un lavoro ambizioso e partecipativo promosso dall'associazione Spirit of Boz.

    La sua carica emotiva e sensibile, la capacità introspettiva, arricchita da una conoscenza dei meccanismi segreti degli esseri umani, sviluppata nel progetto di Boz ma nutrita anni addietro attraverso la psicanalisi, alimenta l’immaginario pittorico di un artista inclassificabile e sfuggente. Le sue opere sono abitate da spiriti invisibili, da ombre furtive che vagano in universi eterei. Legati a una solida ispirazione informale, i quadri di Friedler, inquietanti ma anche colorati e aerei, definiscono una pittura di armonie sottili, che riflette il suo interesse per le conoscenze subliminali del mondo.

     

    La mostra prosegue fino a Domenica 25 settembre 2016

    Catalogo trilingue (italiano/francese/inglese) con testi di Gianluca Marziani e Dominique Stella disponibile

    presso il bookshop del museo 

    Lien permanent Catégories : Exposition 0 commentaire